A un passo dalla carestia. Ma la guerra in Yemen non buca lo schermo

Diciamo la verità: nessuno vuole sapere cosa succede nello Yemen. Del resto, è un posto così remoto. E poi è tutto così oscuro: ribellione interna, discordie di clan, guerra per procura? Sauditi, iraniani, al Qaeda? Sarà che  i media non hanno aiutato molto a capire; sta di fatto che non c’è guerra più ignorata dal pubblico.

Eppure l’Onu avverte che lo Yemen è a un passo dalla carestia. Mercoledì il Programma alimentare mondiale (Pam, agenzia Onu per le emergenze alimentari) ha diffuso un allarme: 13 milioni di persone hanno urgente bisogno di cibo (vuol dire metà della popolazione yemenita, 25 milioni). Di questi, almeno 6 milioni sono in situazione particolarmente vulnerabile, cioè alla fame.

Allora, lasciamo da parte per un momento sfide geopolitiche, schieramenti militari, avanzate e ritirate. Guardiamo invece agli effetti “umani” della guerra.

La situazione si può riassumere così. Circa 2000 civili sono stati uccisi dall’inizio dell’intervento della coalizione saudita a sostegno del governo yemenita in esilio, cioè negli ultimi 4 mesi. Quasi un milione e mezzo di civili sono sfollati. L’Onu stima che l’80 per cento della popolazione abbia bisogno di assistenza. Servizi sanitari, acqua potabile, per non parlare di cose come le scuole, sono al collasso. E poi mancano cibo e carburante.

Il Pam stima ad esempio che oltre 1,2 milioni di bambini soffrano di malnutrizione e più di mezzo milione sia alla fame: la prossima generazione di yemeniti soffrirà danni irreparabili.

«Oggi la penuria di cibo, la mancanza d’acqua potabile e la scarsità di carburante si sommano a causa della guerra, e creano le condizioni di una perfetta tragedia», ha detto la signora Ertharin Cousin, direttore esecutivo del Pam, appena tornata da tre giorni di sopralluogo in Yemen.

Il fatto è che il conflitto ha esacerbato una situazione già molto fragile, per ciò che riguarda la sicurezza alimentare. Le normali reti commerciali sono nel caos, l’importazione di derrate alimentari è crollata. La penuria ha fatto alzare i prezzi del cibo e dei beni essenziali, così anche persone che prima avevano un potere d’acquisto sufficiente a vivere oggi non si possono permettere di comprare il cibo essenziale.

Per ora la mancanza di carburante non ha fermato il sistema di distribuzione alimentare, sia privato che umanitario, spiega il comunicato del Pam, ma avrà un effetto devastante sull’accesso all’acqua potabile, all’energia elettrica e altri servizi essenziali.

L’acqua è un problema grave. Lo Yemen soffre da tempo di penuria idrica, ma ora la situazione precipita. Sana’a, la capitale, deve importare praticamente tutta l’acqua che consuma: ma il prezzo è triplicato dall’inizio del conflitto, anche perché i sistemi di pompaggio vanno a singhiozzo per mancanza di carburante. Senz’acqua le famiglie non possono neppure crescere qualche ortaggio e far vivere il bestiame, base della sopravvivenza di un paese per lo più rurale, dedito alla pastorizia.

I combattimenti attorno ai principali porti negli ultimissimi giorni hanno aggravato le cose bloccando i rifornimenti di cibo e carburante, sia commerciali che delle agenzie umanitarie. Martedì notte ad esempio la coalizione militare guidata dall’Arabia saudita ha bombardato il porto di Hodeida, sulla costa occidentale del paese (tra l’altro è stata colpita proprio una nave del Pam).

Il capo dell’Ufficio Onu per gli affari umanitari Stephen O’Brien, anche lui appena tornato dallo Yemen, ha riferito al Consiglio di sicurezza che «la sofferenza umana è quasi inconcepibile». Ha anche criticato aspramente per il bombardamento di Hodeida, che ha definito una violazione della legge internazionale umanitaria.

Ora le agenzie umanitarie dell’Onu chiedono garanzie di accesso. Durante la sua visita, la signora Cousin ha visitato la capitale Sana’a, Amran e Aden, per fare il punto della situazione. Ha incontrato famiglie di sfollati che oggi vivono in scuole, madri e bambini ricoverati in ambulatori e ospedali, o nei centri di distribuzione di cibo. Ha anche incontrato le autorità dalle due parti in conflitto.

Il Pam afferma di aver distribuito cibo a 3 milioni e mezzo di persone dall’inizio del conflitto, ma i combattimenti rendono difficile e pericoloso il suo lavoro. Molte strade sono impraticabili, intere zone sono inaccessibili. Anche gli aiuti umanitari sono presi in ostaggio.

@fortimar

Tags:

guerra,Yemen,Programma alimentare mondiale,carestia,terraterraonline