I «Nobel alternativi»: per i diritti umani, contro la guerra. Gino Strada e Emergency tra i premiati

Una nota attivista Inuit del Canada, una sostenitrice dei diritti delle persone lgtbi in Uganda e un medico chirurgo italiano contro la guerra. Sheila Watt-Cloutier, Kasha Jacqueline Nabagesera, e Gino Strada- Emergency. Sono loro i Right Livelihood Awards 2015, noto anche come «Nobel alternativo», attribuito ogni anno da una fondazione svedese a persone o collettività che hanno dato qualche risposta alle crisi dei diritti umani e ambientali nel mondo. Il premio è stato annunciato questo giovedì 1 ottobre a Stoccolma, presso il ministero degli esteri.

Sheila Watt-Cloutier, oggi rappresentante eletta degli Inuit dell’Artico, si è battuta per anni per i diritti della comunità Inuit e ha lavorato per riorganizzare il sistema educativo del Nunavit, l’entità sovrana Inuit nel Canada settentrionale, e perché siano riconosciuti come una popolazione in “prima linea” nel cambiamento del clima. La motivazione del premio è «il lavoro di una vita per proteggere gli Inuit dell’Artico, e per difendere il loro diritto a mantenere i propri mezzi di sussistenza e la propria cultura, gravemente minacciati dal cambiamento climatico».

Kasha Jacqueline Nabagesera, ugandese, è una delle più note attiviste per i diritti umani in Africa: si è battuta per l’eguaglianza di diritti delle persone lgtbi (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, intersex) in uno dei paesi meno favorevoli ai diversi orientamenti sessuali. Lei stessa omosessuale, nel 2003 ha fondato l’organizzazione Freedom and Roam Uganda (FARUG), che lavora per modificare le politiche e la cultura omofobica dominante in Uganda. La giuria ha motivato il premio «per il suo coraggio e perseveranza, malgrado la violenza e la minaccia, nella difesa del diritto delle persone LGBTI di vivere una vita libera dal pregiudizio e dalla persecuzione».

Gino Strada  non ha bisogno di presentazioni, in Italia: medico, co-fondatore di Emergency nel 1994, ha contribuito in modo determinante a farne una ong di assistenza medica tra le più stimate al mondo; gestisce una sessantina di ospedali, ambulatori e pronto soccorso in tutto il mondo, tra cui paesi come l’Afghanistan, l’Iraq, la Repubblica Centrafricana (dove gestisce l’unica clinica pediatrica gratuita). Emergency aiuta anche nella formazione del personale medico e paramedico locale nei paesi dove è presente, con l’obiettivo di lasciare strutture sanitarie ben organizzate, sostenibili e gestite localmente. E si è pubblicamente pronunciata contro il coinvolgimento italiano nelle guerre in Afghanistan e in Iraq.

La Giuria del Right Livelihood ha motivato così il premio a Gino Strada e Emergency: «Per la sua grande umanità e la sua capacità di offrire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell’ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause della guerra».

Un premio onorario è andato infine a Tony de Brum, ministro del governo delle isole Marshall, e a tutta la popolazione delle isole: per la causa legale che hanno intentato contro nove paesi detentori di armi atomiche (sono Usa, Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord, Pakistan, Russia e Regno unito) per non aver ottemperato al Trattato di Non proliferazione nucleare: è la prima volta che qualcuno tenta una simile azione legale, ora soprannominata “Nuclear Zero Lawsuits“. La giuria ha ricordato anche il ruolo di De Brum nel garantire l’indipendenza della piccola nazione, e per combattere il cambiamento del clima.

 

@fortimar