Infine Shell rinuncia a trivellare nell’Artico

Shell abbandona l’Artico. La compagnia petrolifera anglo-olandese ha annunciato che metterà fine alle sue prospezioni off shore in Alaska, almeno per il futuro prevedibile. Il motivo è che il giacimento su cui ha tanto investito, nel mare di Chukchi, si è dimostrato deludente: nelle ultime settimane le trivelle hanno scavato un pozzo esplorativo profondo 2,100 metro, trovando petrolio e gas ma in quantità non sufficiente a sostenere l’impresa. Questo almeno ha dichiarato il presidente di Shell Usa, Marvin Odum, lunedì in Olanda.

L’impresa di Shell nell’Artico ha suscitato da numerose critiche e da un’accanita opposizione da parte di organizzazioni ambientaliste come Greenpeace. Lo scorso maggio la partenza della piattaforma per trivellazioni Polar Pioneer dal porto di Seattle è stata accompagnata dalla spettacolare protesta d una flotta di kayak. L’estrazione petrolifera nel mare Artico è una minaccia a un ecosistema già molto fragile: un incidente in quell’ambiente estremo avrebbe un impatto disastroso sull’ambiente e sulla fauna polare.

La compagnia petrolifera ora non cita queste opposizioni, ma ammette che l’impresa non è economicamente sostenibile.

Shell ha investito circa 7 miliardi di dollari per sviluppare il suo progetto petrolifero nel mare di Chucki, e già arrivare a scavare quel pozzo esplorativo è stata impresa molto difficile, dal punto di vista tecnico. Ora si dimostra che il giacimento non giustificava tutto ciò. Meglio tardi che mai, l’impresa sarà abbandonata.

@fortimar

One thought on “Infine Shell rinuncia a trivellare nell’Artico

  1. Un bel giorno di fine estate Obama si è svegliato e, per motivi non ancora chiari, ha annunciato al mondo umano che il più grande problema attuale che si presenta alla nostra specie, non è il medio oriente, non è l’ISIS e il terrorismo, non è la Cina e neanche la Russia ma è infatti i cambiamenti climatici associati all’effetto sera. Bravo!! La settimana successiva ha firmato l’accordo con La Shell di trivellare nel mare Artico. Finche esiste un tale atteggiamento schizofrenico fra i nostri capi politici, ovviamente schiavi degli interessi economici, per la nostra Terra, e quindi anche per noi, non esiste nessuna speranza. Dall’artico hanno deciso di ritirarsi, oggi. ma domani? E’ nella nostra Italia , le compagnie petroliferie, complice il nostro governo, vogliono trivellare dappertutto, anche se è cosa saputo, che di petrolio c’è poco niente. Che si può dire!! Homo economicus stupidus, da sé stesso chiamato sapiens.

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