In India il contrabbando di legno prezioso diventa una guerra

Si direbbe una vera e propria guerra. La polizia dello stato di Andhra Pradesh, nell’India meridionale, ha ucciso almeno 20 persone durante un’operazione contro il taglio illegale di sandalo rosso, una specie protetta. Gli uomini erano quasi tutti lavoratori assoldati da contrabbandieri del prezioso legname: il sandalo rosso è molto ricercato e in Cina o Giappone, dove si vende per centinaia di migliaia di dollari la tonnellata.

La sparatoria nella foresta però ha suscitato grandi polemiche. Organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International hanno condannato l’uso di «forza eccessiva», e chiesto indagini.

Tanto per cominciare, circolano diverse versioni dello scontro. La polizia dell’Andhra Pradesh, che ha una speciale task force per combattere il contrabbando di legname, afferma che la mattina del 7 aprile una squadra di agenti è stata intercettata da «un numeroso gruppo di tagliatori di frodo»; quando gli ha intimato di arrendersi e consegnare il legno tagliato loro hanno «risposto con armi da fuoco e asce», ha detto il vice-capo della task force speciale, Kantha Rao, al magazine Down To Earth. Due degli uomini uccisi erano contrabbandieri, gli altri erano braccianti e venivano dal confinante stato del Tamil Nadu. Rao dice che sono stati loro a fare fuoco per primi e la polizia ha sparato per «autodifesa».

Una diversa versione è fornita da un funzionario della forestale stazionato presso la foresta di Seshala, in un distretto nel sud dell’Andhra Pradesh dove è avvenuto lo scontro: ha detto (al New York Times) che i tagliatori di legname erano armati solo di asce e seghe, e che nessun agente di polizia o della forestale è stato ferito. Dice però che i tagliatori abusivi, tutti tra i 17 e i 25 anni, hanno attaccato la squadra di agenti cercando di impadronirsi delle loro armi, e questi hanno risposto sparando.

Rischia di sfuggire la dimensione della vera e propri guerra in corso in quelle foreste. Per combattere gang di decine di persone, lo stato del Andhra Pradesh ha mobilitato centinaia di uomini della polizia, con 84 campi-base disseminati in tre remoti distretti di foresta, 33 squadre delle forze speciali e 11 squadre mobili, due squadre con cani e una motovedetta – dichiarava il ministro delle risorse forestali lo scorso luglio. Il governo ha anche formato squadre di vigilantes reclutati nei villaggi nativi.

Parte delle polemiche in questi giorni sono dovute al carattere transfrontaliero dello scontro. «Il contrabbando di sandalo rosso è un problema grave e cronico nelle foreste sulla frontiera tra Andhra Pradesh e Tamil Nadu, con frequenti problemi di legge e ordine», ha commentato il ministro dell’interno del Andhra Pradesh. Però le vittime sono tutte del Tamil Nadu, dove la notizia della sparatoria ha suscitato grande rabbia: il capo del partito di maggioranza locale ha accusato la polizia dello stato vicino di sparare a presunti criminali «come fossero uccelli».

Il contrabbando di sandalo rosso è molto redditizio. Il pterocarpus santalinus è un albero dal legno rossastro che cresce endemico nei Ghat orientali, la catena montuosa che forma una dorsale lungo tutta l’India orientale. Un bellissimo legno, pregiato, usato non tanto in India quanto nell’Asia orientale: se ne fanno mobili, strumenti musicali, statuette, serve anche per alcuni preparati della medicina orientale. È considerato una risorsa naturale e come tale appartenente allo stato indiano, che ha l’esclusiva del suo sfruttamento commerciale e dovrebbe badare alla sua conservazione. In realtà è stato tagliato in modo così massiccio e indiscriminato, da aziende statali e da contrabbandieri, che è diventato sempre più raro e nel 2000 è stato dichiarato una specie protetta: tagliare sandalo rosso ora è assolutamente vietato.

Attorno al contrabbando di quest’albero si sono costituite vere e proprie leggende. Come quella del bandito Veerappan, che ha scorrazzato negli anni ’90 nelle foreste tra il Tamil Nadu e l’Andhra, descritto a volte come un feroce sanguinario, altre come un romantico robin hood che proteggeva gli abitanti più poveri della foresta e dava loro un’attività remunerata: la polizia gli ha dato la caccia per anni con migliaia di uomini (l’ho raccontato in La signora di Narmada): è stato ucciso nel 2004.

Allora sembrava che il commercio di sandalo rosso fosse in declino. Ma non era così.  «Il contrabbando è fiorito nell’ultimo decennio. E ha di nuovo preso una piega sanguinosa, riportando la memoria agli scontri tra la gang di Veerappan e la polizia», scrive ora Down to Earth.

Il magazine ambientalista spiega che una tonnellata del prezioso legno frutta intorno a 2 milioni e mezzo di rupie, cioè 40 mila dollari, sul mercato internazionale. Il contrabbando è praticato imprenditori illegali dell’Andhra Pradesh che formano squadre di 50 o 100 tagliatori arruolati tra i giovani contadini poveri del Tamil Nadu, pagandoli circa 8.000 rupie (129 dollari) a settimana, secondo le cifre circolate in questi giorni.

 il traffico di sandalo rosso (fonte Traffic)Il magazine ambientalista ha criticato la decisione del governo del Andhra Pradesh, lo scorso anno, di mettere all’asta sul mercato internazionale uno stock di legname sequestrato, 4000 tonnellate (nei magazzini di stato ce n’è oltre il doppio, tolto ai contrabbandieri dal 2002 a oggi). La vendita implicava ottenere il nulla osta del governo centrale e della Cites, la Convenzione internazionale sul commercio in flora e fauna protetta, che nel 2010 ha dichiarato il divieto all’export di sandalo rosso dall’India citando le insufficienti misure per fermare il taglio illegale. Nell’agosto scorso, quando il prezioso legno è infine andato all’asta, compratori sono arrivati da Cina, Giappone, Singapore, Australia e Emirati Arabi Uniti.

Lo stato indiano afferma che gran parte del ricavato sarà reinvestito nella coltivazione del sandalo rosso e nello sviluppo di quei distretti forestali.

Ma l’Andhra Pradesh non è riuscito a mettere un freno al contrabbando, critica il magazine ambientalista. Ha riempito le galere di tagliatori di frodo, senza però fermare una vera e propria industria illegale: perhé quelli che finiscono in galera o ammazzati sono poveri lavoratori, solo di rado vengono presi gli imprenditori.

@fortimar